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Laboratori ed Attività

Centocinquanta: la canzone del Carnevale

Nell’anniversario del nostro Carnevale, l’Associazione Agape odv, che si occupa dell’inclusione di minori e ragazze/i diversamente abili, con difficoltà socio-economiche e vittime di ogni tipo di violenza, ha voluto fortemente lanciare un messaggio di speranza e di unione, che potesse rimanere indelebile nel tempo, attraverso la registrazione di un brano inedito cantato dalle ragazze del proprio gruppo di musicoterapia.
Il brano, dal titolo “centocinquanta”, è viareggino DOC: scritto da Manuel Santini, figura poliedrica di spicco nel panorama carnevalesco e cantato da Francesca, Gioia e Martina, giovanissime allieve guidate e sostenute con grande professionalità e dedizione da Milena Giordani, insegnante del gruppo di musicoterapia dell’associazione.
L’esecuzione dell’inedito aprirà il pomeriggio dal titolo “Coriandoli nelle vene, 150 fa…io c’ero”, dedicato ai 150 anni del Carnevale di Viareggio ed in programma il 5 febbraio dalle ore 17:30 presso la sala polivalente del circolo “Il Fienile”, ente collaboratore.
“Unione ed amore sono gli ingredienti segreti, così come l’impegno intenso che le nostre ragazze ci hanno messo, ottenendo un risultato meraviglioso e soprattutto inaspettato” afferma Santucci Sara, Presidente di Agape odv.
“L’emozioni provate durante la registrazione e la gioia delle nostre bimbe al termine è il vero successo di un progetto che è solo all’inizio”, prosegue Pezzini Roberto, Vice-Presidente di Agape odv.
E’ stato realizzato anche il video musicale e la copertina del CD, come ciliegina sulla torta, entrambe verranno mostrate, per la prima volta al pubblico, nella sala polivalente.
Ma le sorprese non finiscono qui, il video ed il brano sono disponibili su piattaforma digitale e per i più romantici è possibile acquistare il CD dell’inedito.

Progetto Musicoterapia Infanzia

MUSICOTERAPIA

SIGNIFICATO
Prendersi cura di qualcuno attraverso fare musica e/o l’utilizzo dell’elemento sonoro/musicale, a scopo educativo, riab

Musicoterapia non significa sfruttare proprietà “rilassanti” derivate dall’ascolto di brani musicali, ma si tratta di una disciplina che va ad indurre un cambiamento nel paziente, acquisendo un valore terapeutico. Il trattamento musicoterapico persegue infatti la nascita e lo sviluppo di una relazione affettiva tra terapeuta e paziente, all’interno della quale quest’ultimo possa vivere le emozioni suscitate dalla musica attraverso la guida del terapista; tutti i segnali e i comportamenti dell’individuo possono essere pertinenti e valorizzati nell’operatività terapeutica: i movimenti, gli sguardi, i gesti, le voci, i respiri e perfino i silenzi dicono quello che le parole non possono dire. In questo modo la musicoterapia diventa il “ponte comunicativo” attraverso il quale “incontrarsi”.

La terapia parte dal presupposto che ogni persona abbia in sé un potenziale creativo ed emotivo e che la musica sia un canale privilegiato per favorirne l’espressione. L’obiettivo del percorso tuttavia non è la produzione di musica “esteticamente bella”, non è necessario infatti conoscere la teoria musicale o saper suonare uno strumento, bensì il miglioramento della salute dei pazienti.

OBIETTIVI TERAPEUTICI
La terapia parte dal presupposto che ogni persona abbia in sé un potenziale creativo ed emotivo e che la musica sia un canale privilegiato per favorirne l’espressione. L’obiettivo del percorso tuttavia non è la produzione di musica “esteticamente bella”, non è necessario infatti conoscere la teoria musicale o saper suonare uno strumento, bensì il miglioramento della salute dei pazienti.

La musicoterapia persegue obiettivi specifici che possono essere legati a una diagnosi (in questo caso il musicoterapeuta spesso collabora all’interno di una equipe di professionisti: neuropsichiatra, psicoterapeuta, logopedista…), oppure è utilizzata come “aiuto” nell’attivazione di competenze (legate all’apprendimento, alle capacità motorie, allo sviluppo emozionale, alle abilità sociali e comunicative, ) o ancora può perseguire il benessere generalizzato della persona (crescita personale, cura della sfera emotiva, consapevolezza…).

Il trattamento musicoterapico può avvenire all’interno di sedute individuali oppure attraverso laboratori in piccolo gruppo e le modalità di approccio possono essere varie, comprendendo l’esecuzione con strumenti musicali, l’improvvisazione libera, il canto, l’ascolto di brani, il movimento espressivo, la danza e il gioco. Il paziente fa esperienza di un lavoro indiretto che parte dal corpo, dalle emozioni e dai vissuti, attraverso un linguaggio (quello sonoro) ricco ed efficace, che attinge alla memoria psicocorporea e va quindi a scardinare la barriera difensiva che ognuno di noi può aver attivato, all’interno di una relazione terapeutica caratterizzata da fiducia, empatia ed accettazione incondizionata.

All’interno di questo “spazio” bambini che presentano difficoltà legate alla relazione, all’espressione delle proprie emozioni oppure all’autostima e che sviluppano un disagio, spesso manifestato poi con comportamenti di tipo oppositivo-provocatorio, con rabbia oppure con un atteggiamento estremamente chiuso nei confronti degli altri e del mondo circostante, o ancora bambini che presentano difficoltà intellettive, disturbi legati allo sviluppo o all’apprendimento (dislessia, discalculia, difficoltà nell’attenzione, aggressività, eccesso di vivacità, disinteresse, scarsa socializzazione…) fanno esperienza di accoglienza e non giudizio. Inizia così un percorso, veicolato dalla musica, che favorisce maggior spontaneità, che porta al rafforzamento dell’io attraverso lo sviluppo delle proprie risorse e che permette al terapista di valutare se i problemi riscontrati nel bambino sono disturbi veri e propri, tratti comportamentali o altro ancora. Il linguaggio sonoro offre infatti al bambino l’occasione di sperimentare attraverso sè stesso, arrivando all’apprendimento senza fatica.

OBIETTIVI GENERALI
ASCOLTO e ATTENZIONE: stimolare nel bimbo piccolo l’attenzione e la curiosità verso il mondo dei suoni, veicolo di conoscenza del mondo; scoprire cose e materiali che suonano e la relazione tra gesto/movimento e suono; scoprire il SILENZIO alternato al SUONO come momento di attesa in cui nasce la richiesta; esplorare la differenza tra piano/forte e lento/veloce;
CONOSCENZA DI SE’ e DEL PROPRIO CORPO: vivere ed esplorare il ritmo a livello corporeo; attraverso giochi corporei e sonori stimolare il bambino a prendere coscienza del suo corpo, delle sue varie parti (schema corporeo) e a scoprirne anche le potenzialità sonore ed espressive (mani, piedi, voce); sviluppare l’ordine e la coordinazione nel movimento;
SVILUPPO DEL LINGUAGGIO: attraverso il canto e l’uso di semplici filastrocche o conte stimolare nei bambini l’uso della voce e della parola; portare attenzione alla bocca, a come è fatta e alle sue capacità; sviluppare l’ordine nel linguaggio e nella frase;
CONOSCENZA DEGLI ALTRI: imparare a condividere spazi e momenti con gli altri attraverso giochi di esplorazione dello spazio, del corpo e della voce; realizzare semplici giochi di gruppo come girotondi o trenino accompagnati dal suono del pianoforte o della chitarra; sfruttare il principio dell’imitazione per portare attenzione agli altri e a se stessi; favorire il senso dell’attesa e del rispetto dei turni attraverso le conte;
ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI: nel gioco con il corpo il bimbo esprime se stesso e le proprie emozioni. Nel gruppo si accolgono le emozioni dei singoli e si impara a individuarle anche attraverso la drammatizzazione musicale (arrabbiato, felice, assonnato, infreddolito, etc…)
FIDUCIA E AUTOSTIMA: favorire in ogni bambino, anche con difficolta’ la fiducia nelle proprie capacità che si accompagna a un processo di autostima; valorizzare proposte iniziative spontanee dei bambini facendoli divenire più consapevoli delle loro capacità; vivere serenamente la partecipazione a scuola attraverso emozioni positive.

CONTENUTI
Già all’interno dell’utero materno il piccolo, immerso nel liquido amniotico e cullato dai suoni interni ed esterni alla madre, comincia ad ascoltare, come dentro ad un’orchestra.
Il grembo materno in tal senso può essere definito ‘la prima orchestra’ (G.Cremaschi Trovesi). Mantenendo le caratteristiche della propriocezione sperimentate nel periodo prenatale anche dopo la nascita l’ascolto nel bambino investe tutto il corpo.
Soprattutto nei primissimi anni il rapporto dei bimbi con la musica è rappresentato dalla spontaneità, visibile soprattutto nell’aspetto ritmico che condiziona il movimento. Spontaneamente i bimbi piccoli all’udire la musica cominciano a muoversi scandendone con precisione il tempo. Questo avviene perché il suono è dato da onde che raggiungono e investono il corpo attraverso il fenomeno della risonanza corporea e lo spingono al movimento.
Allo stesso modo i suoni, attraverso il principio dell’imitazione, spingono alla parola e al linguaggio. D’altra parte come non notare che la parola è composta di suoni?
La lallazione si sviluppa dall’ascolto e la parola prende forma dall’accostamento ritmico dei suoni, man mano che il bimbo matura la capacità articolatoria.
L’utilizzo delle filastrocche popolari, ad esempio, è molto utile per accompagnare il bambino a divenire padrone del linguaggio, attraverso il gioco delle rime e delle ripetizioni, scandite da un ritmo costante che dà sicurezza e fiducia di potersi inserire a seconda del proprio livello di capacità espressiva.
Il gioco con i suoni favorisce l’ascolto, che è la capacità di attenzione che investe tutto l’essere corporeo, in ogni sua parte, fisica e mentale. Ma la qualità dell’ascolto non dipende unicamente da una buona capacità uditiva, bensì è legata, anche nel bambino piccolo, alla qualità della relazione con gli altri e con il mondo. L’ascolto dipende sempre, in qualche modo, dalla decisione di ‘essere in relazione’.
Il corpo è i primo strumento musicale ed è fatto per concertare, per essere in relazione, per stare nel mondo. Esso è costituito da casse di risonanza, chiamate cavità, che convibrano al passaggio dei suoni che giungono dall’esterno così come da quelli che si generano dall’interno (ad es. la voce).
Essere capaci di ascoltare è una qualità importante da mettere in atto in tante situazioni (apprendimento, dialogo, riconoscimento, orientamento, etc.) ed è essenziale per ogni bambino approfondirne il processo. La musica è un canale importante per sviluppare l’ascolto e l’attenzione, a partire proprio da quello che accade nel corpo.
Ascoltare, fare e agire attraverso la musica significa offrire una esperienza sensoriale molto stimolante per il bambino che lo conduce ad esprimere le potenzialità che ha dentro e a conquistare l’ordine nel movimento e l’ordine nella parola.
E’ anche una forte occasione di socializzazione e di imitazione degli altri (l’imitazione è uno dei canali privilegiati per gli apprendimenti) e quindi di integrazione. Fare musica significa offrire la possibilità di esprimersi liberamente all’interno di un contesto in cui tutti possono essere ascoltati e valorizzati, senza richiedere l’intervento delle parole, poiché quello che avviene nasce da ’dentro’ e si manifesta nel corpo.
Agendo con la musica suonata si possono mettere in rilievo le potenzialità comunicative di ogni bambino e valorizzare ogni sua intenzione, seppur apparentemente non comunicativa (anche il ‘no’ è comunque e sempre una forte affermazione di sé).
Il bambino che vive delle difficoltà trova nel contesto del lavoro con i suoni, la possibilità di viversi e di conoscersi e di acquisire fiducia nelle proprie capacità.
Per un percorso di questo tipo si sottolinea l’efficacia di fare musica dal vivo, con strumenti musicali veri sfruttando la possibilità di adeguare momento per momento la scelta della musica (sonorità, velocità, intensità) al livello di ascolto e di attenzione dei bimbi e del gruppo.

attraverso un teatro di tutti, e per tutti un teatro che deve parlare a tanti e che cerca di coinvolgere una comunità e mai a una élite.”

Teatro della Terza Eta’

Il nostro scopo è sviluppare salute psichica, benessere fisico e partecipazione socioculturale nelle persone anziane attraverso il teatro

Dalla parola al corpo: ascolto empatico
Esplorazione sensoriale: voce e movimento
Carattere e Personalità
Passioni e Virtù dell’Enneagramma
Consapevolezza dei nostri copioni di vita
Emozioni, Personaggi e Polarità in scena
L’azione non pensata, improvvisazione e autenticità
Vuoto fertile: far tacere il critico interno
Recitazione e verità espressiva
Scrittura: la narrazione di sé
Il potere trasformativo del Teatro
Il valore dell’impegno nella creatività
Valore etico e valore estetico
Stesura di un copione/sceneggiatura
Programmazione di uno spettacolo
Realizzazione di uno spettacolo
Approfondimento ruoli all’interno di una compagnia teatrale

Gli incontri si svolgeranno a Viareggio una volta a settimana e saranno della durata di 1 Ora e 30 Minuti

“Siamo convinti che Il teatro Sociale, il teatro di Comunità il teatro Educativo, costituiscano il futuro del teatro.
Il teatro è un mezzo di di unione potentissimo e deve essere alla portata di tutti.
Il Teatro è comunicazione, è il passaggio di un pensiero, di un’emozione, di un concetto da una fonte a un ricevente; in senso lato potrebbe definirsi la comunione di un pubblico con uno spettacolo vivente, pensato per una collettività. Ricordo una frase di Bergson che affermò che “non si ride da soli”, per ridere bisogna essere in più e lo stesso vale per la commozione e il pianto.
Il nostro obiettivo è quello di abbattere i muri